Mostra “Riflessi”

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Mostra “riflessi”

L’associazione culturale Lumis Arte, con il patrocinio del Comune di Varenna, presenta la mostra
“Riflessi” che, dedicata al tema dell’acqua, collega i dipinti di Donato Frisia Jr. alle fotografie di
Daniele Re. L’esposizione nasce per riflettere sul rapporto tra la pittura e la fotografia
naturalistica, andando così a realizzare uno degli obiettivi fondativi dell’Associazione Lumis Arte.
L’apertura della mostra “Riflessi” si terrà sabato 14 maggio alle ore 17:30 nella sala Rosa e Marco
De Marchi. In quest’occasione sarà possibile incontrare il pittore Donato Frisia Jr., il fotografo
Daniele Re e i curatori di Lumis Arte (Lorenzo Messina e Daniele Re).

Sede:
Sala polifunzionale Rosa e Marco De Marchi, Via Roma 1, Varenna

Periodo di apertura della mostra:
14 – 29 maggio 2022

Orari:
Sabato a domenica 10.00–12.30 e 14.00–17.00

Per informazioni:
E-mail: lumisarte@yahoo.com

 

All’interno della Sala De Marchi Frisia presenta i suoi “Riflessi”, opere nate a partire dagli anni ’80,
nel periodo in cui il pittore meratese conduce il traghetto a Imbersago e inizia a studiare i riflessi
nel fiume. La serie “Riflessi” è un vero spartiacque nella storia artistica di Frisia, tra la pittura
paesaggistica amata dal celebre nonno Donato Frisia e la successiva scoperta della pittura
astratta.

La seconda mostra, collocata sempre nella Sala De Marchi, rappresenta un nuovo momento di
analisi del linguaggio visivo proposto negli ultimi dieci anni dal fotografo Daniele Re.
L’inedita serie degli “Affacci” tenta di usare la fotografia naturalistica per descrivere il paesaggio
lariano secondo una poetica diversa da quella vedutista e un po’ romantica che l’ha sempre
caratterizzato, ma senza prescindere da questa.

 

 

BIOGRAFIE ARTISTI:

Donato Frisia Jr. (1940) comincia a dipingere fin da bambino sotto la guida del nonno suo
omonimo, Donato Frisia (1883-1953), uno dei più noti maestri del cosiddetto “impressionismo
lombardo”. Nel 1953 si trasferisce da Milano a Merate, dove viveva il nonno, che in Brianza era
nato e in quei luoghi morirà, proprio in quell’anno. Negli anni giovanili insiste nella volontà di
diventare un pittore, anche con una permanenza a Parigi, da cui tornerà presto, convinto della
necessità di concentrare la sua attenzione artistica sulla sua terra natia.
La sua arte inizia a muoversi nel solco artistico tracciato dal nonno, concentrandosi sulla pittura da
paesaggio. Frisia dipinge en plein air, senza tuttavia ricalcare la grande tradizione impressionista,
ma piuttosto interpretando il paesaggio attraverso il filtro della sua fantasia. Sempre alla ricerca di
spunti, viaggerà in tutta Europa per trovare nuovi soggetti. Negli anni ‘80 Frisia conduce il traghetto
a Imbersago, dove scopre il nuovo tema dei Riflessi. Queste visioni naturalistiche toccano risultati
informali e aprono ad una sorpresa svolta astratta, iniziata negli anni ‘90 e mai conclusa,
in cui è da segnalare anche il ruolo ispiratore della musica nelle sue creazioni.
La ricerca di Frisia mai si ferma e sempre si muove. Partendo dalla creazione dei suoi colori,
Donato Frisia è sempre alla ricerca di nuovi modi per disporli sulla tela, siano essi paesaggi o
dipinti astratti. La sua coerenza artistica non è da cercare nello stile, ma nei suoi intenti:
vivere la pittura come una pratica costante, mai doma e sempre coerente.
Durante la sua lunga carriera ha esposto in moltissime città, in Italia e all’estero. Frisia ama
ricordare la mostra in omaggio al poeta Mihai Eminescu all’Accademia di Romania a Roma e
le numerose presenze alla Biennale d’Arti Visive di Chiavenna. In occasione della Biennale di
Venezia 2019 viene chiamato a esporre alla Fondazione Bevilacqua La Masa. Sue opere sono
presenti in collezioni private in Europa, in Sud Africa, negli USA e nell’America del Sud.

Daniele Re (Lecco, 1991) si interessa da tempo alla cultura visuale. Durante gli studi superiori, si
avvicina all’arte, alla letteratura e alla fotografia. Nel 2012 si diploma all’Istituto Italiano di
Fotografia di Milano. Prosegue il suo percorso di studi all’Università di Bergamo dove, con il prof.
Elio Grazioli, si laurea in Lettere con una tesi triennale dedicata al fotografo lecchese Giuseppe
Pessina (1879-1973) e successivamente in Culture moderne comparate con una tesi magistrale
incentrata sui rapporti tra arte e fotografia, dedicata a Luigi Erba.
Durante gli anni universitari collabora con il Si.M.U.L. per lo studio, la conservazione e la
valorizzazione del Fondo Fotografico Pessina, da cui nasce il primo lavoro di tesi. Inoltre ha svolto
attività di curatela per le mostre temporanee dello stesso fondo (“Giuseppe Pessina. L’Esposizione
Internazionale di Milano del 1906” del 2015 e “Materiali per la memoria. Le fotografie di Giuseppe
Pessina” del 2016) e di altri allestimenti permanenti (“Please touch me. Ad occhi chiusi nel museo
#1” del 2017) e temporanei (“Nel segno della montagna” del 2019 e “Il fiume Adda. Di immagine
in immagine, tra tempo e luce” del 2020-21).
Dal 2010, come supporto della sua ricerca dedicata allo scorrere del tempo e alle stratificazioni
visive, Daniele Re usa la fotografia analogica realizzata principalmente con il foro stenopeico. Le
serie “Sfidiamo il tempo” (2012-2018), “Il fiume Adda” (2017-2021), “Sovrapposizioni” (2021),
così come “Affacci sul lago” (2021) partono da una ripresa su tradizionale pellicola fotosensibile; i
negativi ottenuti sono scansionati e lavorati nella camera chiara del pc; infine le fotografie sono
stampate a getto di inchiostro su carta cotone. Gli ultimi sviluppi di questa ricerca sono stati esposti
nella mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia impossibile” (2022) all’Eremo di Monte
Barro come sintesi finale della sua indagine

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